06giu2016

Previsioni e prospettive per la ricerca futura nei siturbi dell'alimentazione

Previsioni e prospettive per la ricerca futura nei siturbi dell'alimentazione

A PE(N)SA DIFFERENTE 2016 >>> III CONGRESSO SIPA <<< si parlerà di Previsioni e prospettive per la ricerca futura nei siturbi dell'alimentazione con Francesca Brambilla (Centro per la Cura dei Disordini del Comportamento Alimentare,  Dipartimento di Science Neuropsichiche,  Ospedale San Paolo, Milano)


Lo studio dei Disordini del Comportamento Alimentare (DCA) ha portato ad una  circostanziata descrizione sintomatologica psichica e fisica di queste patologie e  delle relative proposte terapeutiche. Tuttavia, il trattamento ha condotto a una  percentuale di guarigioni, o almeno di sostanziali miglioramenti, troppo scarsa o  troppo soggetta a frequenti ricadute per essere considerata accettabile. Questo è da imputarsi al fatto che l'eziopatogenesi dei DCA non è stata  ancora  definitivamente chiarita, anche se sono state avanzate delle proposte che però  forniscono solo delle ipotesi valide ma non delle assolute certezze. Il fatto che le alterazioni biochimiche che precedono i DCA non siano state accertate è la causa  delle difficoltà terapeutiche nell'indurre la guarigione della patologia, ma soprattutto nello stabilirne la patogenesi.


In futuro lo studio di queste patologie deve prendere in considerazione:



  1. Gli aspetti biochimici cerebrali le cui alterazioni sottendono alla psicopatologia  in atto, tenendo conto delle alterazioni biochimiche fisiche dei DCA, che debbono essere separate in quanto effetti e non cause

  2. Gli aspetti biochimici cerebrali che sono responsabili delle caratteristiche di personalità che precedono le patologia e ne sono una delle basi determinanti.

  3. Gli aspetti delle aree cerebrali a funzionalità alterata in corso di DCA devono essere completati e correlati con le alterazioni biochimiche che hanno luogo in dette aree

  4. Le alterazioni sopradette devono essere ricercate e controllate in corso di cronicizzazione dei DCA, nelle fasi di remissione e di eventuale guarigione, onde confermare o negare il loro coinvolgimento patogenetico nei DCA

  5. Uno studio psicopatologico-biochimico a tappeto dovrebbe essere condotto nella popolazione infantile, adolescenziale e giovanile onde reperire le alterazioni che precedono e condizionano lo sviluppo dei DCA

  6. Devono essere selezionati e studiati dal punto di vista funzionale biochimico cerebrale i fattori scatenanti i DCA nei soggetti psicologicamente e biochimicamente predisposti al loro sviluppo

  7. Nel corso delle terapie vanno studiati psicologicamente e biochimicamente i fattori che posso predisporre e indurre la cronicizzazione delle patologie e/o il fallimento delle terapie.

  8. Le terapie farmacologiche vanno centrate sulla correzione delle alterazioni biochimiche sopra citate e definite

  9. Gli effetti dei trattamenti psicoterapeutici devono essere studiati dal punto di vista funzionale biochimico cerebrale onde definire la motivazione degli insuccessi dei medesimi e proporre delle terapie mirate per ogni soggetto.