12giu2016

Come pensare il sesso e il genere?

Come pensare il sesso e il genere?

A PE(N)SA DIFFERENTE 2016 si rifletterà su Come pensare il sesso e il genere? con il Professor Thierry Hoquet (Professore di Storia e Filosofia della Scienza all'Université Lyon 3 Jean Moulin) >>> all'incontro DIFFERENZE DA RIPE(N)SARE. Sesso biologico, genere, orientamento sessuale e immagine corporea <<< sabato 18 giugno ore 09.30 / Castello Carlo V - Lecce (Italy)


http://www.pensa-differente.it/web/iscrizioni2016.php


«Scopo della riflessione è quello di mettere in evidenza i problemi riguardanti l’articolazione tra sesso biologico e genere. Di che cosa si sta parlando quando ci si riferisce a l’uno o all’altro? Secondo il naturalismo classico, i generi uomo/donna non sono che una delle manifestazioni particolari del sessi maschio/femmina, che possiamo trovare in natura. Al contrario, l’antinaturalismo ricorda che né “donna” né “uomo” sono delle categorie “naturali”, nel senso che non si può certo dire che la natura le formi da sola, indipendentemente dalla prassi umana. In altre parole, laddove l’antinaturalismo vede una diretta continuità tra il biologico e la sfera sociale, l’antinaturalismo difende la discontinuità e la netta disgiunzione delle due dimensioni. Tali posizioni contrapposte non sono in realtà che la faccia della stessa medaglia e danno spesso luogo a polemiche insolubili, fallendo nel tentativo di rendere conto della complessità dell’articolazione tra sesso biologico e genere, natura e cultura. Come pensare una posizione alternativa? Forse proprio a partire da ciò che abbiamo in comune con le altre specie animali, senza con questo volersi ostinare a ricalcare sull’umanità ciò che si apprende sul sesso in natura, né proiettare sulla natura ciò che si crede sapere sul sesso negli esseri umani e nel sociale. Se è vero che non possiamo rifiutare il concetto di sesso biologico, bisogna prima di tutto sforzarsi di comprendere che cosa significa  e fino a che punto tale concetto si possa applicare agli umani. Solo così si potrà ostacolare ogni tentativo di strumentalizzare la biologia per fondare e giustificare l’ordine sociale. Strutturare la società su ciò che alcuni si ostinano a chiamare principi di “natura”, invece che su valori quali l’ugualianza e la giustizia, è un rischio che non si deve correre»